Cibo per tutti: dal 10 al 16 febbraio il Marocco protagonista del laboratorio tra cibo e cultura di Parma2020

Laboratori itineranti fra cibo e cultura
Dal 10 al 16 febbraio il ponte fra Parma, capitale della cultura e Marocco: saperi e sapori del cibo collegano i mondi



Sarà un vero viaggio in quattro tappe quello che comincia a Parma il prossimo lunedì e ci farà scoprire che il cibo può essere un ponte che avvicina persone e culture.

Nell'ambito di Parma Capitale Italiana della Cultura, parte infatti il primo dei quattro "Laboratori itineranti fra cibo e cultura" e porterà il Marocco a casa nostra, grazie a una delegazione composta da produttori e scienziati che ci apriranno a saperi, sapori e testimonianze dalla sponda opposta del Mediterraneo.  

Da lunedì 10 a domenica 16 febbraio, in città e provincia sarà un susseguirsi di incontri ed eventi per tracciare il percorso del cibo, dalla terra alle nostre tavole. Tante le occasioni per riflettere sui legami fra società, cultura e cibo, ospitate da scuole, associazioni, centri giovanili, spazi museali, aziende e sedi istituzionali. E il cibo diventerà la lente attraverso la quale leggere le relazioni fra i paesi, fra economie locali e politiche transnazionali e per riscoprire i tratti culturali e sociali che attraversano e connettono le comunità, gli stili di vita e di consumo.

È questa la prima tappa di un grande progetto parte del dossier che ha permesso alla nostra città di diventare Capitale della Cultura per il 2020; è frutto del lavoro comune di Forum Solidarietà, il Centro di servizi per il volontariato di Parma, e della rete Cibopertutti, network di 20 organizzazioni del territorio parmense. Oltre a loro e al Comune di Parma, questi Laboratori itineranti coinvolgono il nostro Ateneo con il CUCI, il Comune di Sorbolo Mezzani, Ad Personam - l'Azienda dei Servizi alla Persona del Comune di Parma, il DES parmense, l'Istituto agrario Solari di Fidenza, L'Itis Galilei di San Secondo, ALMA -La Scuola Internazionale di Cucina, il Forum Interreligioso di Parma, il Museo d'arte cinese ed etnografico, il Centro giovani Esprit, il Centro sociale autogestito di Sorbolo, l'Associazione Studenti Musulmani Universitari, il GAS di Lesignano Bagni e Mouillettes & co.

Le tappe successive avranno sempre come elementi centrali il cibo e l'ospitalità di una delegazione che arriva da lontano: dopo il Marocco, ad aprile arriverà il Senegal, a giugno l'Etiopia e, a ottobre, sarà il Madagascar a completare il giro del mondo.  
 
A offrire accoglienza agli ospiti stranieri saranno anzitutto le comunità migranti residenti a Parma e provenienti dallo stesso paese delle delegazioni; persone che hanno costruito la loro nuova casa qui e che oggi sono parte attiva della nostra comunità. I "nuovi parmigiani" rappresentano quel ponte fra culture diverse che può connettere la nostra terra, luogo di tradizione e di accoglienza, ad altri mondi, ricchi e forse lontani solo all'apparenza.  A prendersi cura dell'accoglienza dei delegati saranno Donne di qua e di là e Mani, due associazioni che operano da anni a Parma con progetti che hanno ricadute qui ma anche in luoghi lontani con la cooperazione internazionale.

Nella settimana che viene ci saranno iniziative dedicate alle scuole, all'Università e alle associazioni, come i laboratori esperienziali, le lezioni sul tema del cibo come diritto e della sostenibilità o sulle proprietà dei prodotti come l'olio di argan.  

Tra gli eventi aperti e gratuiti, da seguire ci sono gli appuntamenti quotidiani con il rito del tè. Da martedì 11, l'Antica Farmacia San Filippo Neri in vicolo San Tiburzio, ospiterà Il tè delle signore. Si inizia sempre alle 17 fra letture e racconti della delegazione, sorseggiando la profumatissima bevanda alla menta insieme ai dolcetti marocchini. Il tutto preparato e servito secondo i gesti della tradizione. Ogni giorno seguirà, alle 18, una conversazione su un tema diverso dove alle voci dal Marocco si accosteranno approfondimenti e testimonianze di esperienze di spicco locali.  L'11 febbraio si parlerà di Seconde generazioni, vivere fra due culture, il 12 febbraio "Dall'olio d'argan del Marocco alla lavanda di Parma: usi, proprietà, assaggi col naso e con la bocca"; giovedì 13 febbraio "Della cucina marocchina. Tradizioni e consuetudini mediterranee". Il giorno di San Valentino si celebrerà l'amore con le Conversazioni sul libro "I sessanta nomi dell'amore" in presenza dell'autore Tahar Lamri e con letture di brani accompagnati da assaggi di cibi e profumi. Sabato invece il focus sarà sul "Cibo e ospitalità nelle tradizioni religiose". L'ultimo Tè delle signore sarà a Sorbolo, nella sala Benassi, sempre dalle 17 con il Coro del Centro Interculturale. Dalle 18 il tema sarà "L'olio d'argan fra tradizione e modernità: come si produce, gli usi, le proprietà".  

Nel programma c'è anche un appuntamento per i bambini: all'Associazione Kwa Dunia, in via Bandini 6, alle 17 i piccoli ascolteranno una fiaba dal Marocco.  

 

Chi sono i delegati  

Appartengono a diverse organizzazioni e provengono da territori con vocazioni differenti: dal Marocco rurale dei dintorni di Marrakech alla città di Rabat. Con la loro presenza, ci offrono una visione complessa e plurale di un paese che troppo spesso vediamo solo come luogo di migrazione.

Zoubida Charrouf è docente di chimica all'Università di Rabat ed è considerata la "madrina dell'olio d'argan" per essere stata la prima scienziata ad evidenziarne le proprietà benefiche. E' inoltre un'importante punto di riferimento per le organizzazioni femminili che producono in modo sostenibile.  

Jamila Amzil, presidentessa della cooperativa di produzione di olive Afourer, con una profonda conoscenza delle reti locali e una grande esperienza sia sugli aspetti tecnici che sull'attivazione delle comunità.  

Badr Eddine Kartah, docente di chimica all'Università di Rabat e consigliere del Ministro dell'Istruzione e Khalid Charrouf, esperto di informazione e gestione di aziende agroalimentari, entrambi implicati con grande esperienza nel sostegno a piccole realtà economiche dall'alto valore sociale.

Tutti intendono raccontarci come il popolo marocchino cerchi, nelle associazioni giovanili, nelle cooperative femminili, nelle aule universitarie, di lottare per raggiungere il pieno godimento dei diritti per tutti. E come vogliano farlo in rete con altri, ad esempio col territorio di Parma. 

 

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