O LI AMI O LI ODI - OSTERIA FRATELLI MORI CELEBRA IL QUINTO QUARTO CON TRE PIATTI SPECIAL DAY
"O LI AMI O LI ODI"
OSTERIA FRATELLI MORI CELEBRA IL QUINTO QUARTO
CON TRE PIATTI SPECIAL DAY
I Fratelli Mori rendono omaggio alla cucina popolare romana inserendo in menu tre piatti dedicati
al quinto quarto: coratella, pajata e animelle, una vera esplosione di gusto
Osteria Fratelli Mori è ormai un indirizzo di riferimento per tutti coloro che vogliono assaporare la cucina tipica romana. Gli osti Alessandro e Francesco, negli anni, hanno puntato a rafforzare la loro identità ristorativa legata al territorio e alle tradizione culinaria di Roma.
Seguendo questa strada, i Mori hanno deciso di introdurre in menu dei piatti dedicati al quinto quarto disponibili solo in alcuni giorni della settimana, un omaggio alla cucina contadina e popolare di Roma.
Ed ecco che arrivano "O li ami o li odi" un'espressione ironica che evidenzia la reazione che i clienti hanno quando si parla di tutto ciò che fa parte dei quattro tagli non "nobili" degli animali (anteriori e posteriori), ossia frattaglie e interiora. Se un tempo venivano considerati tagli poco pregiati, oggi sono stati rivalutati e vengono apprezzati sempre di più.
"Sono piatti che non si trovano spesso a Roma e che colpiscono il palato, sono preparazioni che dividono, o si odiano o si amano. La nostra scelta è dedicata agli amanti del quinto quarto e alle trattorie di una volta. Vogliamo esaltare un piatto povero" raccontano Alessandro e Francesco.
E così nel menu dell'Osteria di via Conciatori, oltre ai piatti in carta, il lunedì si può assaggiare la coratella, il giovedì la pajata e il venerdì le animelle. Tre appuntamenti settimanali da segnare in agenda per tutti gli appassionati di quinto quarto e per tutti coloro che sono desiderosi di assaporare questi storici piatti.
Dai Fratelli Mori coratella, pajata e animelle vengono preparati secondo tradizione. La coratella o corata ( le interiora di ovini e caprini) dopo un'attenta fase di pulitura, vengono messe a cuocere in olio e cipolla. Si parte prima dai polmoni e dal cuore, le parti più tenere, e dopo si aggiungono reni, milza e fegato, le parti più tenaci. Il tutto viene aromatizzato con pepe e alloro.
È un must della cucina romana, la pajata, divenuta celebre anche grazie al film Il Marchese del Grillo. L'intestino tenue del bue viene sciacquato sotto acqua corrente, spellato e legato con la membrana esterna per formare degli anelli, facendo attenzione a non far fuoriuscire il liquido interno, poi cotto in padella con cipolla, sedano, pomodoro e utilizzato per condire i rigatoni. Altrettanto gustose sono le animelle, ghiandole corrispondenti al timo, che vengono spurgate, ripulite della membrana esterna e asciugate bene per poi essere passate nella farina e soffritte. Un vero trionfo del gusto.
TUTTE LE PROPOSTE IN MENU
Oltre ai piatti che celebrano il quinto quarto, il menu ideato da Francesco e Alessandro rende omaggio a tutta la cucina romana, con qualche divagazione più contemporanea. Sia nei primi che nei secondi spicca la passione per la tradizione e una grande attenzione all'utilizzo della materia prima di qualità.
Si parte con gli antipasti, tra i più apprezzati ci sono i Fritti, il Baccalà mantecato e il Fiore di zucca; si prosegue con i primi piatti, Cacio e Pepe, Rigatoni all'Amatriciana, Carbonara. La domenica, nel periodo autunnale, il menu si arricchisce con la Lasagna di stagione, un primo piatto che si è soliti degustare in famiglia durante il pranzo domenicale.
Tra i secondi sono ormai famose le Polpette di bollito, la Guancia di maialino Iberico, l'Agnello con i carciofi e la Trippa alla romana con pomodoro, pecorino e menta. Chiudono il menu i dolci: a papà Mori il merito della Ricotta di Ambrogio fatta con ricotta di bufala, scorza di arancia candita e pistacchio caramellato, a mamma Giuliana va una menzione speciale per le sue goduriose Torte e Crostate fatte in casa, in particolare per quella Ricotta e visciole.
Al menu si affianca un'accurata carta dei vini, altra grande passione di Francesco e Alessandro Mori, entrambi sommelier. Etichette laziali e non solo, attenta selezione di vini biologici e soprattutto naturali caratterizzano la scelta beverage dell'Osteria di via dei Conciatori.
OSTERIA FRATELLI MORI: UN PO' DI STORIA
Il ristorante, aperto nel 2004, nasce dalla passione della famiglia Mori, in particolare di papà Ambrogio, per la cucina; lui era solito cucinare per tutti i familiari durante i pranzi domenicali, le ricorrenze e le festività. Giunto all'età del pensionamento, il capofamiglia Mori decide di realizzare il suo sogno nel cassetto e così, supportato dalla moglie Giuliana e dai figli Alessandro e Francesco, acquista il locale in via dei Conciatori, 10. Già da subito emerge la predilezione per la cucina tipica romana; i piatti della tradizione, protagonisti assoluti sulla tavola di casa Mori, non potevano mancare al ristorante.
Con il passare degli anni l'attività della famiglia Mori si consolida e si indirizza sempre di più verso un modello di ristorazione in cui il cibo e l'appartenenza al territorio romano, sono importanti tanto quanto la socializzazione e la familiarità. L'Osteria si estende su 400 mq per 120 posti a sedere tra interno ed esterno, un locale caldo e confortevole, in cui Alessandro, Francesco e Giuliana accolgono la loro clientela con passione cura.
Orario:
aperto tutti i giorni dalle 12.30 alle 14.30; dalle 19.30 alle 23.00
Contatti
Osteria Fratelli Mori
Via dei Conciatori,10
00154 Roma
Tel. 331 323 4399
Email: info@osteriafratellimori.it
www.osteriafratellimori.it
Facebook: Osteria Fratelli Mori
Instagram: Osteria Fratelli Mori
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